A proposito della Commissione d’inchiesta voluta dall’assessore Pierobon all’indomani dell’ennesima chiusura di un impianto di #rifiuti in Sicilia per irregolarità amministrative e/o sostanziali, devo dire la mia.
Sono passati 480 giorni da quando chiesi alla Presidenza, all’indomani delle irregolarità denunciate e scoppiate nel ‘caso Arata’, di impegnarsi a mettere in votazione il mio odg, presentato, appunto, il 2 luglio 2019, che riguardava l’istituzione di una Commissione d’indagine sulle autorizzazioni rilasciate inerenti gli impianti di energia alternativa e di trattamento rifiuti.
L’odg fu votato favorevolmente prima della chiusura dell’ARS per la pausa estiva vista la particolare importanza del tema, ma la Commissione d’indagine su tutte le autorizzazioni rilasciate non fu mai istituita (venne avviata soltanto un’indagine in Commissione anti-mafia sul ciclo dei rifiuti, che è altra cosa).
Il tema ovviamente delle autorizzazioni viziate è di attualità ancora adesso, questo problema era già stato, a suo tempo, sollevato da un assessore regionale durante la precedente legislatura, l’Assessore Marino, ma senza arrivare a nulla, nonostante i risultati sconcertanti che mise in evidenza.
Ora, a seguito di un mio atto ispettivo inevaso, dopo tutto questo tempo si scopre ciò che era evidente, e si vuole fare una Commissione interna, ma quale credibilità può avere una Commissione interna fatta da soggetti che, con tutto il rispetto, non hanno voluto o saputo vedere l’evidenza?
Il giudizio tra pari è stato spesso detto giudizio ‘tra compari’.
La commissione, per essere credibile, deve essere composta da soggetti competenti nel campo della tutela ambientale, indipendenti ed esperti di istituzioni preposte alla vigilanza, con il coordinamento del direttore del DAR.