Nulla è cambiato dopo l’audizione di un anno fa con il governo e gli ambientalisti. La deputata presenta una mozione all’Ars per chiedere di attuare tutta una serie di interventi necessari per contrastare il fenomeno del bracconaggio. 

Dopo i numerosi episodi di bracconaggio che si sono verificati nel Trapanese ho presentato una mozione all’Ars per impegnare il governo Musumeci a intervenire verso quella che è diventata una grave emergenza in tutta la Sicilia.

Il mese scorso un esemplare di Falco Pecchiaiolo è stato ucciso da un cacciatore di frodo nelle campagne di Marsala mentre altri cinque cacciatori sono stati sanzionati dal Corpo forestale durante un’operazione anti-bracconaggio. Purtroppo c’è un importante strumento legislativo ancora inattuato: il Piano d’Azione nazionale per il contrasto degli illeciti contro gli uccelli selvatici, elaborato dal ministero dell’Ambiente e dall’Ispra in collaborazione con il Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari dell’Arma dei Carabinieri. Il Piano indica la Sicilia occidentale quale “black-spot”, ovvero un buco nero nel quale vengono ogni anno perpetrati dai bracconieri numerosi reati come l’uccisione di specie migratrici protette o l’uso indiscriminato di richiami elettroacustici di genere vietato. Il piano prevede una serie di misure di lotta al bracconaggio che devono essere obbligatoriamente attuate dalla Regione siciliana, ma così ancora non è. Queste criticità, insieme alla necessità di modificare la legge regionale 33/1997 per inasprire le sanzioni contro i bracconieri, erano già emerse durante l’audizione  in Commissione congiunta III e IV, tenutasi il 30 ottobre 2018, allora chiesta e ottenuta dalla deputata, sul fenomeno del bracconaggio, in presenza di Lipu, Legambiente, WWF e dell’assessore Salvatore Cordaro. Purtroppo non si è mosso nulla.

Con la mozione che ho presentato chiedo di applicare le misure previste dal Piano e di potenziare l’attività di prevenzione e repressione dei principali organi istituzionali di vigilanza venatoria, visto l’aggravarsi della situazione. Chiedo inoltre di convocare immediatamente un tavolo tecnico regionale sull’emergenza bracconaggio con tutti gli attori coinvolti (Corpo forestale, Ripartizioni faunistico-venatorie, Polizie provinciali, Comandi regionali dell’Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza, Guardie venatorie volontarie delle Associazioni riconosciute) così da predisporre un piano straordinario, per la corrente stagione venatoria, che preveda attività di prevenzione e repressione degli illeciti in danno della fauna selvatica.