Mai come in questi giorni siamo chiamati a dedicarci con molta attenzione alla comprensione delle disposizioni che vengono emanate circa l’emergenza sanitaria che, in Italia entra nel suo terzo mese di vita e che vede l’avvio della tanto attesa “fase 2”. Pur seguendo l’argomento, anche attraverso i contenuti multimediali pubblicati sui social, nelle tv, negli approfondimenti proposti nei diversi programmi del palinsesto televisivo, nonché attraverso le circolari, ci ritroviamo davanti a dei dubbi circa la corretta interpretazione delle norme, che scaturiscono dalla successione delle norme emanate, dalle ordinanze regionali che spesso solo in parte recepiscono i DPCM, ponendo in tal modo i cittadini davanti ad un bivio di incertezza tra ciò che è consentito o interdetto.
In merito, in questi giorni, ho scritto ad alcuni rappresentanti istituzionali con il fine ultimo di dare risposte e facilitare la comprensione delle disposizioni.
Sport all’aperto e fruizione di montagna, parchi, boschi.
Ho scritto al presidente della Regione Siciliana, Musumeci, (leggi il documento) dopo aver ricevuto diverse segnalazioni e solleciti affinché il Governatore siciliano consenta, in maniera esplicita, la possibilità di svolgere attività sportiva o comunque delle passeggiate, in montagna e nei boschi. Al Governatore ho chiesto di valutare la mia richiesta e conseguentemente di adottare ogni provvedimento necessario per chiarire, ed eventualmente consentire, circa la possibilità di recarsi in montagna, nei boschi per praticare sport, passeggiate nel rispetto delle prescrizioni a tutela del diritto alla salute.
Dall’analisi delle disposizioni vigenti si evince, all’art 1 del DPCM del 26 aprile 2020 lettera f) che: non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto; è consentito svolgere individualmente, ovvero con accompagnatore per i minori o le persone non completamente autosufficienti, attività sportiva o attività motoria, purché comunque nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri per l’attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività;
al precedente punto, la lettera e) consente la fruizione di parchi, ville e giardini nel rispetto delle regole generali salvo esplicito provvedimento restrittivo del sindaco territorialmente competente.
Rientri in Sicilia
Anche in merito all’attuale esigenza delle numerose persone residenti in Sicilia, che per motivi di studio o di lavoro si trovano nelle regioni del nord Italia, ho scritto al Governatore Musumeci (leggi il documento) per chiedergli di valutare tempestivamente l’urgente questione dei rientri nella Regione Siciliana e di conseguenza di adottare ogni provvedimento necessario per chiarire, ed, in ogni caso, esplicitamente, consentire la possibilità a coloro che si trovano fuori dall’isola, ma che sono residenti o domiciliati in Sicilia, di rientrare, con la serenità di osservare tutte le prescrizioni in vigore a tutela del diritto alla salute.
I chiarimenti e la richiesta si fondano sull’analisi del Decreto dello scorso 26 aprile che autorizza all’art 1 lettera a) il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. Significa che chi lavora o studia al Nord e risiede nell’Isola può tornare in Sicilia;
di contro con l’ordinanza regionale n. 18 del 30 aprile 2020, il Presidente della Regione ha disposto all’art. 1 che“ Le limitazioni di ingresso e uscita dal territorio della Regione Siciliana restano invariate e sono disciplinate dal decreto n. 183 del 29 aprile 2020 del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, di concerto con il Ministro della Salute, e sue eventuali modificazioni e integrazioni”.
Inoltre il Decreto del Ministero delle Infrastrutture n.183, che richiama i precedenti decreti n.153 del 12 aprile 2020 e n.173 del 22 aprile 2020 proroga la loro efficacia sino al 17 maggio. E cosa dispongono questi decreti?
Che lo Stretto di Messina possa essere attraversato esclusivamente dagli “appartenenti alle Forze dell’ordine e alle Forze armate, dagli operatori sanitari pubblici e privati, dai lavoratori pendolari o per comprovate esigenze di lavoro, gravi motivi di salute e situazione di necessità” e che “Il trasporto aereo di viaggiatori da e verso la Sicilia è assicurato solamente per improrogabili esigenze di connessione territoriale con la penisola…”. Mi sembra chiaro, quindi, che c’è qualcosa da chiarire ai cittadini per non farli incorrere in violazioni che sicuramente non sono causate da loro incuria.
Inoltre sempre con riferimento a questo argomento, ho scritto al Viceministro Giancarlo Cancelleri (leggi il documento) -al di là, comunque, delle argomentazioni riguardanti l’interpretazione e l’applicazione della norma-, per esplicitargli un ulteriore problema oggettivo che si sta manifestando, e cioè l’esiguità e l’assenza dei mezzi di trasporto, treni, aerei per ritornare in Sicilia, nonché l’eccessivo costo dei biglietti aerei. Sarebbe opportuno prevedere, tempestivamente, degli interventi anche di natura finanziaria affinché vengano in qualche modo agevolati gli utenti nel pagamento dei biglietti, in considerazione del fatto che il pagamento dell’importo oggi richiesto graverebbe eccessivamente nel bilancio familiare, od in alternativa, in ragione dei maggiori costi che i vettori devono affrontare per garantire la sicurezza dei trasportati e dell’equipaggio, di considerare la possibilità di contribuire ai suddetti costi al fine comunque di prevedere l’erogazione dei biglietti a prezzi contenuti.