Ho messo allo stesso tavolo lavoratori, Comuni, commissari e Regione: “Oggi per la prima volta la commissione Lavoro affronta tale questione. Ci aspettiamo risposte da Governo e maggioranza”. 

Si è tenuta oggi in Commissione Cultura Formazione e Lavoro di Palazzo dei Normanni, l’audizione che ho voluto sulle problematiche dei lavoratori dipendenti delle IPAB del Trapanese. Presenti allo stesso tavoli i commissari, i rappresentanti dei lavoratori, dei Comuni e il relativo dipartimento regionale e i deputati regionali.

I lavoratori delle Ipab di Marsala, Trapani, Alcamo e Castellammare sono accomunati da un unico comune denominatore, ovvero quello di non ricevere lo stipendio da diversi mesi, alcuni addirittura da 136 mesi. Una situazione assurda e svilente anche alla luce delle procedure pendenti presso i Tribunali del Trapanese che nei fatti rischiano di lasciare ancora di più in attesa e nel limbo i lavoratori. Nel corso di alcuni giudizi infatti è stata sollevata la questione di legittimità costituzionale dell’art 34 della legge regionale 22/86 nella parte in cui si obbligano i Comuni ad assorbire il patrimonio ed il personale dipendente. Ecco perché riteniamo assolutamente indispensabile che Governo e maggioranza agiscano responsabilmente attuando una riforma dell’intero sistema IPAB. Siamo in attesa di un riscontro da parte del governo Regionale”.  A tale proposito è ancora al vaglio della commissione Bilancio dell’Ars, il disegno di legge di cui è firmataria la deputata Angela Foti che prevede una riforma organica delle Ipab siciliane.

“La mancata riforma del sistema socio sanitario – aggiunge Angela Foti – ha di fatto portato la stragrande maggioranza delle IPAB siciliane a una sofferenza strutturale e all’impossibilità di rispondere alla loro funzione istituzionale. Il Governo e l’Assemblea Regionale hanno una responsabilità pesantissima”. “E’ incredibile che nell’ambito dei servizi socio assistenziali – aggiunge Sergio Tancredi – non si riesca a trovare una sintesi utile a determinare uno sgravio di impegno a carico del servizio sanitario, dirottandolo a costi decisamente inferiori, sulle IPAB che potrebbero essere di grande aiuto sotto il profilo sostanziale, svolgendo attività equivalente. La Sicilia anche sotto questo aspetto è molto indietro, con costi generali decisamente superiori ed è necessario che ci si attivi immediatamente”- conclude Tancredi.