L’utilizzo di pesticidi in agricoltura

I pesticidi sono prodotti fitosanitari che vengono utilizzati nell’agricoltura industriale per impedire alle colture di essere distrutte da malattie ed infestazioni (es. diserbanti, fungicidi, agenti chimici)

Sono sostanze tossiche e bioaccumulabili che hanno un impatto non solo sugli organismi che si vogliono contrastare, ma anche sulle proprietà fisiche e chimiche dei suoli e delle acque, sulla qualità degli alimenti, su interi ecosistemi, nonché sulla biodiversità nel suo complesso.

Solo una modesta parte dei trattamenti fitosanitari raggiunge gli organismi bersaglio, la quantità maggiore di essi si disperde contaminando aria, suolo e acqua. In tal modo, può provocare danni agli organismi non bersaglio, quali la vegetazione spontanea e gli insetti utili. I terreni trattati con prodotti chimici e fitofarmaci, sfiancati dallo sfruttamento intensivo e dall’agricoltura industriale, causano l’impoverimento del cibo che vi è coltivato, che, di conseguenza, non fornisce agli esseri umani sostanze nutritive sufficienti.

I pesticidi, spesso, sono estremamente nocivi anche per la salute umana e animale, e, di fatti, aumentano i rischi per la salute dei consumatori di tutte le fasce d’età. Una mole crescente di studi scientifici dimostra le ricadute negative che l’esposizione diretta o indiretta ai pesticidi può produrre sulle persone, in primis gli agricoltori, i bambini e gli anziani. Residui di pesticidi si ritrovano non solo in frutta e vegetali, ma anche in carni, pesce e prodotti lattiero-caseari. Ciò a causa del bioaccumulo e biomagnificazione dei pesticidi nella catena alimentare.

La situazione italiana – riportata nel rapporto di Legambiente “Pesticidi nel piatto” del 2015 – mostra che in oltre 1/3 degli alimenti che arrivano sulle nostre tavole, sono presenti residui multipli di pesticidi. Anche se ciascuna sostanza rimane entro i “limiti di legge”, non è scevra di rischi per la salute.

Sono stati pubblicati oltre 20000 studi sulla correlazione tra pesticidi e danni alla salute umana (Sla, Alzheimer, Morbo di Parkinson, danni al cervello in via di sviluppo con incremento di disturbi cognitivi e comportamentali compreso l’autismo, disturbi della sfera riproduttiva specie infertilità maschile, ipotiroidismo e diabete).

Nel 2013 in Francia il Morbo di Parkinson è stato ufficialmente riconosciuto come malattia professionale da esposizione a pesticidi.

Come ha dimostrato Legambiente, rispetto al 2012, il multi residuo, così definito per indicare la presenza concomitante di più residui chimici in uno stesso campione alimentare, è salito di cinque punti percentuale, dal 17,1% al 22,4%. Quest’ultimo ha fatto registrare campioni da record: fino a cinque residui nelle mele, otto nelle fragole, quindici nell’uva da tavola.

Come già detto, i pesticidi sono sempre più diffusi nell’ambiente e i dati Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) del 2012 indicano che nelle acque italiane sono state trovate 175 sostanze chimiche diverse, un numero più elevato rispetto agli anni precedenti. Nelle acque superficiali sono stati trovati pesticidi nel 56,9% dei 1.355 punti controllati, mentre nelle acque sotterranee è risultato contaminato il 31% dei 2.145 punti esaminati. Tra tutti, i pesticidi più persistenti risultano essere gli erbicidi ed i fungicidi.

Occorre dar conto, però, che negli ultimi anni si stanno compiendo dei passi significativi nella direzione di un uso sostenibile dei pesticidi. Il miglioramento è stato rilevato nell’ultimo aggiornamento Istat relativo ai consumi di fitosanitari in Italia, secondo cui dal 2002 al 2013 la quantità di pesticidi distribuiti per uso agricolo si è ridotta del 29,2%. Si tratta di un calo significativo, a cui va collegato il graduale e progressivo aumento di aziende agricole che non fanno ricorso ai pesticidi e producono secondo i criteri del biologico e biodinamico.

L’Italia si è allineata alle prescrizioni europee nel 2014, adottando un Piano d’Azione Nazionale (PAN) che mira ad una sensibile riduzione dell’impiego di pesticidi in agricoltura e in ambiente urbano e che investe su formazione, sensibilizzazione, tutela dei consumatori, salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità. Tuttavia, il PAN non ha centrato l’obiettivo più importante, ossia non ha previsto misure quantificabili di riduzione dei pesticidi in agricoltura e nel verde urbano. Ciononostante, le Regioni possono sfruttare uno spazio di manovra offerto dalla programmazione di sviluppo rurale, e stabilire azioni stringenti per ridurre l’uso dei pesticidi e prevedere misure a sostegno per la diffusione di buone pratiche agricole orientate all’agroecologia e all’innovazione in campo agricolo.