Apprendo con interesse il fatto che la Regione Siciliana abbia comunicato l’adozione di un piano regionale per combattere la desertificazione. Una buona notizia specie nella giornata mondiale contro la desertificazione. Peccato che Musumeci ometta volontariamente di dire che questo piano è frutto di una mozione del gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle all’Ars che impegna il governo in quella direzione. In qualità di vice presidente della Commissione Ambiente e prima firmataria della mozione datata 5 marzo, impegnavo il governo regionale ad attuare un piano per contrastare la desertificazione. (Leggi la Mozione)

Ovviamente, non ci interessa la paternità di un atto di assoluto buon senso ma sarebbe stato opportuno fare un accenno ad un lavoro che parte dal parlamento. Allo stesso modo è necessario un impegno da parte di tutti noi cittadini per combattere un fenomeno che può essere arrestato anche con le nostre buone pratiche, oltre che con investimenti pubblici e atti politici concreti e decisi a tutela dell’ambiente. Secondo i dati ufficiali, la nostra regione è il territorio più esposto a livello europeo al fenomeno della desertificazione. Tra le cause vi sono anche le cattive tecniche agronomiche, l’uso di pesticidi, di fertilizzanti di sintesi, le eccessive specializzazioni agrarie. Ecco perché è importante che la Sicilia metta in campo strumenti anche normativi come ad esempio il Piano di Sviluppo Rurale PSR, che siano capaci di incentivare scambi commerciali a Km zero e filiere corte, che possano avvantaggiare le pratiche zootecniche estensive piuttosto che i grandi allevamenti intensivi, che possano incentivare la riconversione del trasporto con motorizzazioni elettriche e prevedano interventi di miglioramento ed incremento della Rete Natura 2000.

La desertificazione la si combatte anche con un sapiente utilizzo della rete idrica, che dopo essere stata regalata ai privati, da parte della Regione, oggi è un vergognoso colabrodo. Insomma, la Regione non sia quel carrozzone di politica e burocrazia che imbriglia le imprese, ma sia un tramite positivo per la salvaguardia dell’ambiente”.